In quante sedute vengono inseriti gli impianti dentali?

Nel campo dell’impiantologia dentaria, la ricerca ha fatto passi da giganti, soprattutto sotto il punto di vista dei tempi di intervento e di recupero.

Ma quanto ci vuole per riavere quelli che di fatto ridiventeranno i nostri nuovi denti?

La domanda nella sua semplicità è abbastanza complessa, perché tanti sono i fattori che influiscono sul tempo di degenza. La previsione toccherà al personale medico e sarà effettuata dopo una prima seduta esplorativa, durante tale fase saranno valutate (anche e soprattutto con l’utilizzo di tecniche radiografiche) le condizioni generali, sia della gengiva che dell’osso sottostante. Dalla previsione dipenderà la scelta della migliore tecnica da eseguire.

Nel caso che la valutazione operata porterà alla scelta di un impianto a carico immediato e questo sia operato in condizioni ottimali, il paziente nella stessa seduta in cui avviene l’estrazione sarà fornito di un impianto con determinate caratteristiche (denominato impianto “post estrattivo”). Tale situazione permette al paziente di non patire minimamente quelle difficoltà legate alla mancanza di denti, ed evita quello che fino a poco tempo fa era il problema maggiore, cioè l’attesa della guarigione della gengiva, guarigione che era indispensabile per operare successivamente l’installazione dell’impianto vero e proprio.

Anche nel caso di tecniche diverse, ad esempio di un impianto zigomatico, i tempi di attesa sono limitati e nella condizione ottimale (senza complicazione) si potrà lasciare lo studio del dentista con una dentatura completa e perfettamente in ordine, questo soprattutto se il professionista sceglie durante la valutazione di applicare allo zigomatico la tecnica del carico immediato. L’impianto zigomatico, viene usato principalmente per curare quelle problematiche legate a mancanze di dentatura, nell’arcata superiore, con poca presenza di osso mascellare.

Possiamo per questi motivi affermare che le moderne tecnologia legate all’impiantologia, permettono di ridurre notevolmente i tempi di recupero del paziente, e in condizioni ottimali consentono in una sola seduta (o comunque in tempi brevissimi nel peggiore dei casi tre/quattro sedute) l’eliminazione delle problematiche legate alla mancanza di denti.