La carenza d’osso non è più un ostacolo all’implantologia

La medicina odontoiatrica negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante, soprattutto nel campo dell’implantologia, consentendo la riabilitazione estetica e masticatoria del paziente in tempi brevi e con minimo disagio. Affinché gli interventi di implantologia abbiano successo e durata nel tempo, è necessario che l’osso della mascella o della mandibola abbia caratteristiche tali da costituire un valido punto di ancoraggio per le protesi dentali. Spesso accade che la quantità di osso non sia sufficiente a soddisfare questo scopo. Ciononostante, oggi la quantità esigua o la totale mancanza dell’osso mascellare, dovuta a traumi, incidenti o ad asportazione chirurgica per ragioni oncologiche, non costituisce più un limite alle tecniche implantologiche. Grazie alla chirurgia ricostruttiva dell’osso mancante o atrofico, infatti, è possibile ripristinare la struttura anatomica dell’osso su cui posizionare gli impianti dentali.

La chirurgia ricostruttiva o pre-protesica comprende una serie di avanzate tecniche chirurgiche che hanno la finalità di aumentare il volume dell’osso mascellare o mandibolare, per poter ottenere una struttura ossea adeguata a ospitare i successivi impianti. Grazie alla presenza di sofisticate attrezzature diagnostiche e all’utilizzo di metodologie d’avanguardia, si può valutare in base alla quantità di osso mancante, il tipo di intervento più adeguato alla problematica del paziente.

La chirurgia ricostruttiva può essere attuata mediante quattro diverse modalità: innesto a blocco, rialzo del seno mascellare, espansione di cresta e rigenerazione ossea guidata.

  • L’innesto a blocco prevede il prelievo di una parte di osso del paziente dal mento o dall’angolo della mandibola; solo in casi più gravi si ricorre al prelievo dell’osso iliaco.
  • Il rialzo del seno mascellare permette di aumentarne l’altezza, grazie all’inserimento di osso autologo o artificiale; nei casi più fortunati, ricostruzione ossea e implantologia si realizzano in un unico intervento.
  • L’espansione di cresta, efficace quando il riassorbimento dell’osso è orizzontale, prevede l’incisione dell’osso contestualmente all’inserimento dell’impianto.
  • La rigenerazione ossea guidata, invece, permette la formazione di nuovo osso, attraverso l’inserimento di materiali riempitivi biocompatibili di origine sintetica, che rendono inutili i prelievi di osso autologo per atrofie di lieve entità.

Dopo la chirurgia ricostruttiva, per non compromettere il buon esito dell’intervento, può essere necessario attendere diversi mesi per poter inserire una protesi provvisoria senza carichi masticatori, da sostituire successivamente con un impianto definitivo.

Negli ultimi anni le tecniche ricostruttive dell’osso mascellare hanno permesso di risolvere con successo anche gli interventi di implantologia più complessi.