La biocompatibilità è un requisito fondamentale per i materiali odontoiatrici: un impianto dentale realizzato in una lega metallica non biocompatibile, infatti, può avere ripercussioni dannose per la salute, soprattutto quando il soggetto è particolarmente delicato e possiede una predisposizione alle reazioni indesiderate provocate dalle interazioni fra l’organismo umano e le sostanze dall’alto potenziale elettrochimico.
Queste interazioni possono rivelarsi estremamente rischiose per le nostre cellule in quanto, innescando un processo di ionizzazione, sono responsabili di un elevato rilascio di radicali liberi.
Allo scopo di evitare questo tipo di effetti collaterali, la ricerca ha messo a punto protesi, amalgami per otturazioni ed impianti dentali privi di tracce metalliche dannose ed interamente realizzati con composti biocompatibili completamente atossici.
Quando un impianto dentale si può considerare biocompatibile?
Per poter essere considerato biocompatibile, il materiale di un impianto dentale non deve scatenare alcun tipo di reazione chimica dannosa anche in presenza di peculiari abitudini che possono alterare il ph della bocca, come il consumo di alcol e sigarette e l’assunzione di alcune particolari tipologie di medicinali.
Queste condizioni possono accentuare la tossicità di alcune leghe provocando reazioni allergiche ed altre complicazioni spesso di difficile gestione.
Per questo, una delle caratteristiche basilari di un materiale biocompatibile consiste nel suo elevato livello di stabilizzazione elettrochimica, ottenibile attraverso speciali trattamenti termici. Questo requisito è ancora più importante per una particolare tipologia di protesi odontoiatrica, ovvero l’impianto dentale: si tratta, in questo caso, di un intervento chirurgico che consiste nella collocazione di una radice artificiale all’interno della mascella.
Questa delicata operazione, finalizzata alla sostituzione di un dente mancante, viene eseguita con una protesi in titanio puro di forma conica, il titanio è un materiale dalla totale biocompatibilità in grado di integrarsi alla perfezione con l’osso (osteointegrazione) senza causare infiammazioni o fenomeni di ipersensibilità.
Gli impianti dentali non metallici con un elevato grado di biocompatibilità sono realizzati con materiali dalle spiccate qualità di osteoconduzione bioattiva: è il caso di alcuni particolari composti caratterizzati da una lieve flessibilità che minimizza le reazioni di stress a carico dell’osso, come il “biopik“, un polimero a base di biossido di titanio.
Lo Studio Degidi di Bologna usa impianti dentali realizzati con materiale totalmente biocompatibile.